La crescita

Questa foto è stata scattata alla metà di settembre 2017.

Mi ritrae in uno dei tanti appuntamenti di qualità che hanno caratterizzato il concorso Riflessi sul Lago a Riva del Garda, evento a cui ho partecipato con entusiasmo, vincendo nientemeno che il premio Primo Classificato non residente con un racconto scritto durante la notte tra il sabato e la domenica, giorno di finale e premiazioni. Concorso lampo, insomma. Molto apprezzato da tutti i partecipanti, particolare e ben strutturato.

Spendo due parole su una considerazione maturata durante quei due giorni, basandomi anche sul fatto di aver conseguito un premio. 

Dall'inizio della mia prova di scrittura, gennaio 2014 prime bozze di La casa sul meteorite, a oggi, mi si dice sempre più frequentemente che la qualità del mio stile si è alzata tantissimo. In questo, i racconti brevi sono stati certamente una scuola, e hanno apportato al mio modo di narrare e descrivere una serie di fattori che rendono le mie pagine più leggibili, più fluide e ricche rispetto ai primi tempi.

Si tratta certamente di un percorso di crescita importante, nel quale un ruolo fondamentale lo riveste la lettura. Centinaia, migliaia di pagine lette in pochi mesi, in meno di un paio d'anni, facendo tesoro delle tecniche usate dai colleghi più diversi, leggendo differenti generi e abbinando, quando possibile, immagini fotografiche e visite a mostre d'arte, stanno modellando un mio modo di scrivere che mi consente di abbracciare diverse situazioni con uguale interesse e capacità.

La cosa che mi fa enormemente piacere, tuttavia, è sapere che le frasi appena esposte non sono frutto di un improvviso attacco di vanità, ma sono un piccolo riassunto di quanto mi viene riconosciuto e tributato durante le manifestazioni a cui partecipo. Siano esse concorsi come quello tenuto a Riva del Garda, o le presentazioni che ho tenuto negli ultimi tempi con una buona frequenza.

Ne è prova il racconto premiato a Riflessi sul Lago, nel quale mi sono cimentato con una storia romantica ambientata in un contesto lacustre degli anni cinquanta, includendo nei "5.400 caratteri spazi inclusi" (parametro obbligatorio) sia una misteriosa sparizione, sia una romantica fuga d'amore, con diversi panorami geografici e contesti popolari.

Sono Pino, faccio il pescatore è stato quindi il risultato massimo di una palestra di scrittura lunga tre anni, durante i quali altri romanzi e altri racconti sono usciti dal mio caro vecchio Mac, andando ad arricchire un curriculum che mese dopo mese comincia a diventare veramente interessante (quest'ultima, sì, lo ammetto, è autocelebrativa, ma me la merito!).

 

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